Con Alice Isaaz, Suzanne Clément, Vincent Rottiers, Pauline Etienne, Frédéric Pierrot.
Titolo originale Espèces menacées. Drammatico (colore). Durata 105 min. Francia, Belgio 2017 (Movies Inspired)
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Una delirante prima notte di nozze, offuscata da alcool e fumogeni, introduce tre storie distanti tra loro ma profondamente unite dal fil-rouge dello scontro tra padri e figli. Josephine e Tomas, giovani sposini, sono apparentemente molto felici. Melanie è una giovane studentessa rimasta incinta di un professore universitario e non sa come affrontare la questione col padre, molto più giovane del compagno. La madre di Anthony viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico dopo esser stata abbandonata dal marito fedifrago, mentre il figlio studia lingue straniere all’università ed è a sua volta reduce da una storia finita male che lo porta a rivalutare il suo rapporto con le donne.
Tre storie intime e familiari che s’incontrano per caso, sfiorandosi nel parcheggio di un centro antiviolenza o negli stretti corridoi di una libreria universitaria.
L’atmosfera ovattata e l’isolamento funereo dei protagonisti si accompagnano a una regia che si affida spesso ai particolari di una messa in scena di stampo teatrale. Gilles Bourdos costruisce un racconto corale carico di violenza, stabilendo un clima oppressivo e claustrofobico che è corrispondenza esatta dell’inquietudine dei protagonisti. In egual misura mostra il fulcro di tutte e tre le storie per poi scinderlo sul piano dello svolgimento. Un accumulo di situazioni che si dilatano e convergono nell’escalation di brutalità che è costretta a subire Josephine, nei suoi genitori che non sanno come aiutarla quando la scoprono costretta ad annullarsi nell’uomo che ama.
Al limite del patologico, l’incontro casuale con la coppia ormai alla deriva sarà la chiave, per il padre di Melanie, utile a rileggere la sua fermezza nella condanna della scelta della propria di figlia. Il tema della sottomissione che ritorna costantemente tra Josephine e suo marito Tomas, Anthony e sua madre, legami familiari complessi in cui l’uno si aliena nell’altro, sono strutturati in frammenti e immagini di un gioco simmetrico di piani e luci, ispirato dalla continua ricerca di un rapporto formale che dia un senso ad una realtà caotica e sfuggente.