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VAN GOGH – I GIRASOLI

di David Bickerstaff

Con Jamie de Courcey.

Titolo originale . Docu-fiction (colore). Durata 85 min. 2021 (Adler Entertainment.)

VAN GOGH – I GIRASOLI

VAN GOGH – I GIRASOLI

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Identificare un artista attraverso il suo lavoro più iconico è un privilegio riservato ai grandi autori. Chi è più riconoscibile e popolare di Van Gogh nella pittura? Un Leonardo, un Michelangelo, forse no: i girasoli dell’artista olandese di fine ottocento sono elementi ormai nell’immaginario e nel background storico e culturale di tantissimi, di generazioni e persone tra le più diverse.

Il film di David Bickerstaff racconta in particolare l’attenzione che Vincent Van Gogh riponeva nella natura morta, nell’osservazione dei fiori, soprattutto quelli più semplici, quelli da campo, fruibili da tutti, e dall’esplorazione ampia dell’utilizzo di una palette di colori in continuo cambiamento.

I girasoli e i loro vasi erano un pretesto per il pittore per sondare le centinaia di varianti di ombre e colori, di infinite armonie tra gli accostamenti e dei contrasti dei blu e degli arancioni, dei rossi e dei verdi, dei gialli e dei viola. Armonie che ricercava in maniera metodica e poetica attraversando quella vita ardua e tormentata dovuta alla sua natura umana selvatica.

Van Gogh è amato da tutti anche per questo carattere da artista che è stato stereotipato negli anni. La formazione come mercante d’arte – mestiere che poi persegue il fratello Theo – l’esperienza come missionario, poi l’episodio dell’orecchio tagliato che lo porta in manicomio, sono tappe della vita di Vincent.

Insomma, un personaggio interessante che ha condiviso i suoi stati d’animo e la sua ricerca artistica con il fratello, suo grande compagno di vita e forza motrice del lavoro di Vincent, sia economicamente che spiritualmente.

Theo e la moglie Jhoanna Bonger sono figure fondamentali per Vincent, come raccontano i dialoghi testimoniati dalle centinaia di lettere in cui l’artista racconta disagi e gioie del suo percorso di pittore e di uomo.

Momenti rari sereni restituiti dal suo amore per le cose, in particolare la natura, i colori e la luce della Francia del sud. Arles è infatti il luogo in cui Vincent realizza i primi dipinti della serie dei “Girasoli”, differenti da quelli del periodo parigino, o del periodo, successivo, definito “giapponese”.

Un percorso in cui, “annaspando nella vita e nei progressi artistici”, come Vincent scrive in una lettera alla Bonger, realizza circa 14 o 15 dipinti di “Girasoli” nel corso di tutta la sua vita.

Il numero non è certo, nonostante gli studi e la cura in quasi 150 anni di storia passata. Ma in questo documentario lo spettatore è portato ad analizzarne in rassegna i principali, in musei importanti a livello mondiale, dalla National Gallery di Londra, dove il curatore delle opere di Van Gogh, Chris Riopelle, con animata passione, racconta i dettagli formali e pittorici dei “Girasoli” realizzati nell’agosto del 1888, con i fiori gialli sullo sfondo giallo, a creare un unicum tra background, pavimento, l’elemento ritratto e il vaso.

Un’opera dalla bellezza ingenua, dove il tratto appare a pennellate materiche diverse fra loro, ma dove l’insieme è quasi tridimensionale.

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