Con Carey Mulligan, Bo Burnham, Laverne Cox, Clancy Brown, Jennifer Coolidge.
Titolo originale Promising Young Woman. Drammatico, Thriller (colore). Durata 108 min. USA 2020 ( Universal Pictures)
UNA DONNA PROMETTENTE
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La trentenne Cassie ha buttato al vento ogni speranza: da quando ha abbandonato gli studi di medicina lavora in un piccolo bar, vive coi genitori e ogni weekend gira per locali facendosi abbordare da sconosciuti. Cassie in realtà ha un piano: fingendosi ubriaca, intende dimostrare come ogni uomo che la abborda nasconda il desiderio di violentarla o possederla con la forza. Nel suo passato c’è un trauma che ha segnato il suo destino, un evento che l’incontro con Ryan, ex compagno del college, riporta a galla. Combattuta fra l’interesse per Ryan e il desiderio di chiudere i conti con il passato, Cassie darà una direzione definitiva alla sua vita.
Il film più ideologico del cinema hollywoodiano contemporaneo è una riflessione in chiave dark sulla cultura dello stupro e la sua accettazione come sistema di potere.
Negli Stati Uniti ci è voluto un anno, dalla presentazione al Sundance nel gennaio 2020 all’uscita nel dicembre successivo, per fare di Una donna promettente un caso: nomination ai Golden Globes come miglior regista per Emerald Fennell, ex attrice al primo lavoro per il cinema; nomination come miglior interprete femminile per Carey Mulligan (e possibile Oscar fra qualche settimana); polemiche virali per una recensione di gennaio di Variety smentita e corretta undici mesi dopo dalla stessa testata («Variety sincerely apologizes to Carey Mulligan and regrets the insensitive language and insinuation in our review that minimized her daring performance»); osanna generalizzati della stampa americana che ha esaltato la capacità del film di cogliere nel segno («Puck the punch», ha scritto IndieWire) e di «ribaltare gli elementi più noti di un genere dark raccontando il senso di colpa condiviso da chi detiene il potere» (New Yorker).
È difficile, in effetti, trovare un film più attuale e aggiornato ai diktat hollywoodiani di Una donna promettente, a partire naturalmente dal tema dello stupro e della sua accettazione in una società retta da principi di potere paternalisti e maschilisti. Trentatré anni fa, nel 1988, Jodie Foster arrivò al suo primo Oscar per aver interpretato la parte di una donna violentata e capace di accusare i suoi violentatori: il film si chiamava Sotto accusa, l’aveva diretto un uomo, Jonathan Kaplan, e nonostante la forma oggi sorpassata del crime movie e del film processuale era in grado di inserire la cultura dello stupro in una cornice sociale, punendo la colpa degli stupratori con gli strumenti della legge.