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Un figlio di nome Erasmus

di Alberto Ferrari

Con Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Ricky Memphis, Daniele Liotti, Carol Alt, Filipa Pinto, Frederico Amaral.

Titolo originale Un figlio di nome Erasmus. Commedia (colore). Durata min. Italia 2020 (Eagle Pictures)

Un figlio di nome Erasmus

Prevendite:  https://is.gd/r8NoOY

Jacopo lavora per una multinazionale di carattere umanitario; Ascanio fa la guida alpina per manager in cerca di ispirazione; Enrico è un architetto candidato alla Camera dei deputati e in procinto di sposarsi; e Pietro è un “manager artistico” il cui principale cliente è un gruppo che fa cover dei Pooh. Sono amici da quando erano ragazzi, ed è proprio un ricordo di gioventù a riunirli: una loro ex fiamma, Amalia, conosciuta durante il periodo di studio del quartetto in Portogallo, è deceduta e un giudice li ha convocati per comunicare loro le ultime volontà della defunta. All’arrivo scopriranno che uno di loro è il padre del figlio di Amalia: ma chi? Non resta che partire per un viaggio alla scoperta della paternità, che sarà anche un viaggio di scoperta di se stessi e un rinnovo dell’amicizia decennale.

Un figlio di nome Erasmus è un road movie che si inserisce appieno nel filone della commedia italiana contemporanea, e in particolare ricorda molto da vicino Ovunque tu sarai, film del 2017 in cui quattro amici si recavano a Madrid con un pulmino scassato come quello su cui si spostano Ascanio, Jacopo, Enrico e Pietro partendo da Lisbona: persino uno degli attori protagonisti, Ricky Memphis, appare in entrambi i film.

Opera terza di Alberto Ferrari, anche sceneggiatore insieme a Gianluca Ansanelli, Un figlio di nome Erasmus segue la formula ormai consolidata fra le commedie prodotte in serie nell’Italia di oggi, e dunque tracima voce fuori campo (“Questo sono io”), esagerazioni comiche, caratterizzazioni fragili e sottolineature musicali. Ma il film ha anche un debito di riconoscenza verso la serie Una notte da leoni e verso il primo Salvatores, di cui cerca di replicare l’ingenuità e la tenerezza. E in parte ci riesce, soprattutto grazie ad un cast che trova la sua chimica lungo il corso della storia e fa leva sul rapporto consolidato fra Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri.

Recensione di Paola Casella

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