Con Penélope Cruz, Luis Tosar, Font García, Adelfa Calvo, Christian Checa.
Titolo originale En los márgenes. Drammatico (colore). Durata 105 min. Spagna 2022 (Bim Distribuzione)
Tre persone devono fronteggiare la realtà di uno sfratto e hanno 24 ore di tempo per capire come fare. C’è Rafa, un avvocato attivista diviso tra lavoro e la relazione di coppia. C’è Azucena, una madre disperata dall’idea di perdere la propria casa. Infine Teodora, una madre dimenticata che tenta di mettersi in contatto con suo figlio.
In Spagna, ci sono circa 40 mila sfratti all’anno, più di 100 al giorno. Sceglie di focalizzarsi su questo fenomeno l’attore Juan Diego Botto, che debutta alla regia raccontando un intreccio di storie e un incrocio di disperate solitudini.
Sceglie, in altre parole, di spostare la cinepresa verso i margini, come il titolo stesso preannuncia, verso tutte quelle persone non abbienti che lottano per sopravvivere. Persone comuni, concrete, che si scontrano con i problemi di ogni giorno, a cui viene notificata un’ingiunzione di sfratto. Hanno ventiquattrore per capire come uscirne, o almeno come protestare. È quello che fa, convinta e disperata, Azucena, madre di famiglia infuriata con la banca che reclama la sua casa e terrorizzata alla sola idea di perderla.
È sposata con un operaio argentino, interpretato dallo stesso regista Juan Diego Botto, che guadagna quattro euro l’ora e non ha la più pallida idea di come uscire da una situazione tanto drammatica. La interpreta una Penelope Cruz in stato di grazia, che ricorda a tratti il personaggio di Italia in Non ti muovere e a tratti le grandi attrici del cinema italiano di ieri, su tutte Anna Magnani con cui condivide il taglio di capelli e un’espressività convincente e a volte commovente.
La vediamo tormentarsi, scoppiare in crisi di pianto, ribellarsi, protestare, confessare con le lacrime agli occhi che è pronta ad essere cacciata, pur di non lasciare la sua casa. Vive la sua stessa condizione Teodora, nonna e madre di un ex negoziante reinventatosi operaio dopo aver avuto una serie di problemi seri con il negozio. Roso dalla vergogna e dal senso di colpa conseguente al fallimento, si rifiuta di rispondere alle molteplici chiamate di sua madre. C’è poi Rafa, interpretato dal sempre superlativo Luis Tosar, un avvocato attivista che prova ad aiutare chi ha problemi altrettanto seri, come una ragazza araba a cui minacciano di togliere la custodia della figlia. È uno di quei pochi che considera il proprio lavoro come una missione in cui gettarsi a capofitto, a discapito del tempo per la vita privata e per una moglie alle prese con una gravidanza complicata, lasciata spesso da sola.
Anche il figlio di lei ce l’ha con lui, insieme si confronteranno duramente per imparare a volersi bene. È una storia drammatica di solitudini a confronto, ma anche di grande solidarietà, quella che spinge un’orda di persone a schierarsi accanto agli sfrattati, contro la polizia e le banche. A scendere in strada per