VEDI TRAILER

Tolo Tolo

di Checco Zalone

Con Checco Zalone, Barbara Bouchet, Alexis Michalik, Manda Touré, Jean Marie Godet, Eduardo Rejón, Souleymane Silla, Francesco Cassano, Nunzio Cappiello, Fabrizio Rocchi.

Titolo originale Tolo Tolo. Commedia (colore). Durata min. Italia 2019 (Taodue Film Distribuzione: Medusa)

Tolo Tolo

Prevendite su:  https://is.gd/r8NoOY

Non compreso da madre patria, Checco trova accoglienza in Africa. Ma una guerra lo costringerà a far ritorno percorrendo la tortuosa rotta dei migranti. Lui, Tolo Tolo, granello di sale in un mondo di cacao.

CHECCO ZALONE SI MANTIENE IN EQUILIBRIO SUL CRINALE DELLA CORRETTEZZA POLITICA, COLPENDO A 360°.

Recensione di Paola Casella

Spinazzola, cuore delle Murge pugliesi. Checco rifiuta il reddito di cittadinanza e apre un sushi restaurant ma, dopo l’entusiasmo iniziale, fallisce miseramente e decide di fuggire dai creditori e dal fisco “là dove è possibile continuare a sognare”: ovvero in Africa, dove si improvvisa cameriere per un resort esclusivo. Lì incontra Oumar, cameriere con il sogno di diventare regista e la passione per quell’Italia conosciuta attraverso il cinema di Pasolini. Improvvisamente in Africa scoppia la guerra e i due sono costretti a emigrare, anche se Checco non punta all’Italia ma ad uno di quei Paesi europei in cui le tasse e la burocrazia sono meno pressanti che nel Bel Paese. A loro si uniranno la bella Idjaba e il piccolo Doudou (“come il cane di Berlusconi”). Riusciranno i nostri eroi (l’espressione non è usata a caso) a portare a termine il “grande viaggio da clandestini”?

Checco Zalone, al secolo Luca Medici, questa volta non è solo interprete e coautore della sceneggiatura (insieme a Paolo Virzì, abbandonato il sodalizio con Gennaro Nunziante) ma anche regista, e si vede, perché la sua direzione è pirotecnica e schizzata come la sua vis comica, sempre pronta ad aprire mille finestre all’interno di un discorso continuamente interrotto.

Nel copione si vede poco la mano di Virzì, fagocitata dalla bulimia narrativa di Checco, e la prima parte del film ne risente, meno fluida e coerente di quanto gioverebbe alla storia, soffocata da quella incessante voce fuori campo che va a sostituirsi allo sviluppo narrativo visibile. Ma a mano a mano che la storia prende ritmo e quota, acquistando la velocità crescente della farsa, si comincia a ridere davvero.

In Tolo Tolo (che significa “solo solo”) ce n’è per tutti: politici incapaci dalle vertiginose carriere, migranti innamorati delle griffe (di pessima resa qualitativa), nostalgici mussoliniani (perché “il fascismo ce l’abbiamo tutti dentro, pronto a riemergere, come la candida”) e buonisti favorevoli alla “contaminazione” etnica. Nella sua rappresentazione a tutto tondo dell’italiano medio e dei suoi difetti ricorrenti, Checco fugge da un Paese “che ci perseguita”, invitando l’immediata identificazione del pubblico. Lo stesso pubblico sarà poi messo di fronte alle proprie meschinità e ipocrisie, ai suoi pregiudizi ed egoismi, nonché alla banalità di certi slogan populisti e all’inettitudine della politica.

Nell’apoteosi finale Zalone affonda il colpo con una canzonetta da Zecchino d’oro che toglie ogni dubbio sulla sua posizione morale. Ma fino a quel momento si mantiene in equilibrio (da par suo) sul crinale della correttezza politica, non con qualunquismo cerchiobottista ma con la determinazione scientifica a menare fendenti a destra e a manca, colpendo a 360°.

 

Programmazione film
PROGRAMMAZIONE
TERMINATA