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SPIN TIME – CHE FATICA LA DEMOCRAZIA!

di Sabina Guzzanti

Titolo originale SPIN TIME - CHE FATICA LA DEMOCRAZIA!. Documentario (colore). Durata 92 min. Italia 2021 ( Wanted)

SPIN TIME – CHE FATICA LA DEMOCRAZIA!

SPIN TIME – CHE FATICA LA DEMOCRAZIA!

prevendita: https://www.bigliettoveloce.it/index.php?r=frontend%2Fsite%2Fsala&id=929

In un palazzo nel centro di Roma, quartiere Esquilino, dal 2013 si realizza ogni giorno un complicato ed esemplare esperimento sociale: nei sette piani e diciassettemila metri quadrati di uno stabile occupato, in precedenza adibito a uffici statali, poi di proprietà di un fondo immobiliare, convivono centottanta nuclei familiari di venticinque nazionalità diverse: rifugiati politici, singoli indigenti, persone che per vari motivi si ritrovano senza casa.

Questo autonominatosi “cantiere di rigenerazione urbana” ha due anime non sempre complementari: la parte superiore ospita gli alloggi, i cui occupanti si autoregolamentano attraverso turni di servizi comuni (pulizia, manutenzione, sicurezza) e riunioni a frequenza settimanale. Coordina l’associazione occupante Action, presieduta da Andrea “Tarzan” Alzetta, ex consigliere comunale di Roma e storico esponente della sinistra impegnato nella lotta per la casa.

Nei piani sotterranei sta lo spazio socioculturale Spin Time Labs, diretto da Paolo Perrini. Sede di attività formative (corsi professionali e culturali, l’auditorium con orchestra, laboratori di teatro, una palestra, la redazione del giornale “Scomodo”) e di altri appuntamenti più noti alla città e controversi, come le performance queer o le serate di musica elettronica. Corsi ed eventi che permettono all’associazione di fare cassa ma creano conflitto col vicinato e con chi, da fuori, protesta e reclama condizioni di legalità.

Le immagini dello stabile, abbandonato dal 2010 e occupato dal 12 ottobre 2013, sono rimbalzate anche oltre le cronache nazionali quando, a maggio del 2019, il cardinale polacco Konrad Krajewski, tesoriere di Papa Bergoglio e dotato di immunità diplomatica, è intervenuto personalmente a ripristinare la fornitura di energia elettrica, sospesa per bollette non pagate. Ad avvisarlo della situazione, Adriana Domenici, laica consacrata che interagisce coi responsabili dello spazio sociale, facendo da tramite con le associazioni cattoliche.

Grazie alla libertà della produzione indipendente, a una troupe leggera, e soprattutto al rapporto di fiducia con Andrea Alzetta (entrambi sono stati tra gli imputati, infine assolti nel 2021 dopo nove anni, per l’occupazione dell’ex Cinema Palazzo), Sabina Guzzanti porta la sua macchina da presa nell’edificio simbolo romano dell’esproprio come alternativa all’assenza di decisioni politiche, realtà incandescente, ricca di spunti narrativi.

Una coabitazione-mondo che si fa osservatorio d’eccezione per illuminare e far esplodere molte contraddizioni del presente: oltre all’atavico problema degli alloggi (“il diritto alla casa è sacrosanto”, si legge sullo striscione all’entrata), la precarietà abitativa e lavorativa date come realtà di fatto, emergenze sociali rispetto alle quali luoghi come Spin Labs indicano una soluzione, per quanto auspicabilmente transitoria, e non vergogne da nascondere, o peggio, boicottare.

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