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Monte

di Amir Naderi

Con Andrea Sartoretti, Claudia Potenza, Anna Bonaiuto, Marco Boriero, Zaccaria Zanghellini.

Titolo originale Monte. Drammatico (colore). Durata 105 min. Italia, U.S.A., Francia 2016 (Rai Cinema)

Le nostre radici non possono tradirci, che non dobbiamo permettere alla miseria di appropriarsi delle nostre vite
Monte

In un passato remoto, in un villaggio semi-abbandonato ai piedi di una montagna vive Agostino con la moglie Nina e il figlio Giovanni. La montagna sovrasta il villaggio e si erge come un muro contro i raggi del sole che non arrivano mai ad illuminare la loro terra, ridotta a pietre e sterpaglia. Il protagonista Agostino, nonostante tutto gli suggerisca di andarsene, non vuole sottomettersi all’indigenza e decide che il destino della sua famiglia è lì, tra le vette. La sua non è solo caparbietà, ma la certezza che le nostre radici non possono tradirci, che non dobbiamo permettere alla miseria di appropriarsi delle nostre vite e, sostenuti dal nostro spirito, possiamo riportare il sole su ogni destino.

I film di Amir Naderi vanno guardati con le orecchie spalancate, sono opere audiovisive nel senso completo del termine, lavorano tantissimo sul rumore, scelgono di ossessionare i propri protagonisti (e quindi gli spettatori) con l’invadenza del rumore, anche quando questo prende la forma della musica.

Se in opere come Manhattan by Numbers era l’incessante rumore dei vagoni della metropolitana a fare da guida all’impresa matematico urbanistica della protagonista, qui, almeno dalla seconda metà a martellare è un martello. L’impresa titanica e allegorica di un singolo uomo che cerca di abbattere una montagna intera a martellate non è mostrata ma messa in suono. Quindi è la maniera con cui Naderi mixa, cattura e monta il sonoro di due elementi primitivi (testa di martello, roccia del monte) che esprime il cuore ultimo del film.
Girato in Italia con attori italiani, Monte getta le basi per la lotta nella sua prima parte, la più narrativa. Posto nella più disperata delle situazioni il suo protagonista è talmente privo di vie d’uscita da valutare l’idea di abbattere un monte intero. Nella seconda parte invece in una maniera quasi herzoghiana questo proposito prende forma, il film cerca di volare più in alto e di rappresentare l’incredibile volontà di chi non si arrende. Monte, è così un film da inguaribili sognatori ma purtroppo anche da ingenui. Non lo si può infatti promuovere a pieni voti per un’eccessiva ingenuità nella messa in scena (abbastanza precisa nei costumi e nei luoghi ma poi parlata in italiano corrente) e per una prolissità troppo colpevole.
Tuttavia è anche evidente che la testardaggine di Naderi nel proporre la ricorsiva impresa di infrangere un martello contro la pietra irrita fino a che non conquista. Quasi parente alla parodia e all’umoristico per quanto è insistito ed esagerato, l’atto di distruggere la montagna può venire a noia ma alla fine, quando arriva alla sua imprevista conclusione, è effettivamente liberatorio. Ossessionati dal film ci si ritrova pieni di una luce arancio (di cui non ci si era accorti di sentire la mancanza) e improvvisamente colmi di una speranza incredibile, profusa dall’aver assistito e ascoltato il delirio di un uomo che non si lascia abbattere da niente.

Programmazione film
PROGRAMMAZIONE
TERMINATA