MINCHIA SIGNOR TENENTE
di
Antonio Grosso
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NOTE DI REGIA
“Isola isola bella” lo spettacolo si apre con queste parole a ricordarci che la nostra terra, il luogo in cui la vita a volte incontra la morte è soprattutto un posto bello.
Oggi come oggi vorremmo che i luoghi comuni finissero, scomparissero come la “polvere portata dal vento“. Ma la polvere non scompare, rimane essa, e spesso, anche se invisibile, si deposita su di noi, sulle nostre case, sulla nostra terra e non ce ne accorgiamo, rimaniamo immobili, a fissare luoghi e momenti che per noi restano sacri.
La mafia è questo, è polvere: crediamo di spazzarla via, ma ritorna, e si annida di nuovo sulle stesse cose, sugli stessi vicoli e sugli stessi Palazzi.
In una piccola caserma dei carabinieri in un posto x della Sicilia, alcuni militari provenienti da varie regioni italiane, vivono in modo tranquillo, sereno e spensierato il loro lavoro, fatto di furti, licenze e rapporti con i vari cittadini del paese. Il tutto viene interrotto dall’arrivo di un tenente, mandato dal comando generale, per operazioni riguardanti un noto mafioso di “cosa nostra”
Cinque carabinieri ed un tenente ligio al dovere, questa sembra la classica storia, dei buoni e del cattivo, ma qui non ci sono ne vincenti e ne vincitori qui c’è in gioco la nostra vita, fatta di accadimenti belli e brutti, seriosi e divertenti, di amore e di passioni.
“Minchia Signor Tenente” rappresenta quell’Italia che tante volte ci ha fatto soffrire, tante volte ci ha fatto divertire e tante volte ci ha reso fieri.
La regìa dello spettacolo cerca di rappresentare al massimo il rapporto di quotidianità che accompagna i nostri protagonisti, vittima di quell’Italia dei primi anni novanta, in cui morte e distruzione rappresentavano il nostro paese. Ma i nostri militari sembrano non accorgersi di tutto ciò, arrivano delle notizie fugaci, ma la loro terra sembra uno stato nello stato, in cui tutto ciò non può succedere, in cui tutto ciò è solo fantasia.
La comicità che accompagna lo spettacolo è esilarante, travolgente, originale e tradizionalista.
La mafia prima era presente con attentati, bombe e omicidi, oggi, sembra essere sconfitta, invece rimane gloriosa nei vicoli e silente negli edifici. Uno sguardo dettato dalla parola!
Con questo spettacolo l’Associazione teatrale “Le voci di dentro” ha vinto:
Premio Regionale FITA UMBRIA 2020
– Spettacolo Secondo Classificato
– Premio miglior attori a Gianni Bevilacqua e Daniele Peluso
La Rassegna teatrale Premio Europeo “Il Giogo” Montagnano (AR)
– Premio miglior Spettacolo
– Premio Miglior regia
– Premio miglior attore protagonista
Rassegna Teatro Comune di Vimodrone (MI)
– Premio Gradimento del Pubblico
– Riconoscimento della giuria tecnica come spettacolo di alto valore culturale, civile ed educativo.
Festival Nazionale “I Trinci” Comune di Foligno (PG)
– Premio Miglior Spettacolo
– Premio Miglior Regia
– Premio Miglior Attore Protagonista
CAST ARTISTICO
Con: Simone Aisa, Michele, Russo, Donato Celeste, Daniele Peluso, Susanna Peppoloni, Stefano Sannipola, Carmelo Musumeci, Gianni Bevilacqua, Jenny Luchini e Angela Cutuli.
REGIA
Gianni Bevilacqua
TECNICO AUDIO-LUCI
Alfredo Sirigatti