Con Stefano Accorsi, Kasia Smutniak, Fausto Maria Sciarappa, Walter Leonardi, Filippo Dimi, Alessia Giuliani, Gianluca Gobbi, Tobia De Angelis.
Titolo originale Made in Italy. Drammatico (colore). Durata 104 min. italia 2017 ( Medusa Film)
Terzo film da regista del cantante e musicista Luciano Ligabue, Made in Italy è ispirato all’omonimo concept album uscito nel novembre del 2016. Stefano Accorsi è il protagonista Riko, un uomo di specchiate virtù e comprovata sfortuna: incastrato in un lavoro che non ha scelto, a malapena in grado di mantenere la casa di famiglia. Può contare però su un variegato gruppo di amici, su una moglie che, tra alti e bassi, ama da sempre, e un figlio ambizioso che frequenta l’università. Nonostante questo, Riko è un uomo arrabbiato, pieno di risentimento verso una società scandita da colpi di coda e false partenze. Quando le uniche certezze che possiede si sgretolano davanti ai suoi occhi, all’uomo non resta che reagire, prendere in mano il suo presente e ricominciare, in un modo o nell’altro.
PANORAMICA SU MADE IN ITALY:
Il 12 giugno 2017 Luciano Ligabue annuncia sulla propria pagina Facebook l’uscita del suo terzo film da regista dopo Radiofreccia (1998) e Da zero a dieci (2002), pubblicando la prima foto dal set insieme a Stefano Accorsi e Kasia Smutniak. Made in Italy, ispirato all’omonimo concept album uscito il 18 novembre 2016 per Zoo Aperto, arriva al cinema il 25 gennaio, prodotto da Fandango e distribuito da Medusa.
Il 2017 è stato un anno travagliato per il cantautore di Correggio. A soli due mesi dall’apertura del tour “Made in Italy – Palasport 2017”, tenutasi il 14 febbraio al Pal’Art Hotel di Arcireale (CT), è stato costretto a rinviare le 34 date rimanenti a causa di un edema alle corde vocali. La malattia gli è stata diagnosticata in seguito al concerto del 14 marzo al Forum di Assago (MI), durante il quale si è accorto di cantare con affanno e di essere quasi afono dopo solamente 3-4 pezzi. Il tour è ripartito finalmente il 4 settembre all’RDS Stadium di Rimini, e da allora Ligabue sta recuperando tutto il tempo perso. La rivicita più grande l’ha avuta con la doppia data al Forum di Assago, dove è tornato come si torna sul luogo del delitto – spiega il cantante -, affiancato da una band di otto elementi e accolto da un palazzetto pieno.
Questa pausa forzata si è rivelata fruttuosa per il rocker romagnolo. Durante quei mesi ha infatti portato avanti il lavoro per Made in Italy e l’8 novembre ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un video messaggio in cui annuncia, sullo sfondo della sua amata Correggio, l’uscita imminente del film. Nel frattempo ha avuto modo di rinnovare anche il format dei concerti del tour: in seguito all’interruzione non ha più eseguito l’album per intero, preferendo intervallare i pezzi nuovi ai vecchi successi e ai cavalli di battaglia. Ma la vera novità è stata quella di sovrapporre alle canzoni immagini e clip del film, proiettandole alle proprie spalle. Non più semplici concerti ma esperienze audiovisive, che trasportano gli spettatori nella vita di Riko, protagonista del film e alter ego di Ligabue.
Non a caso Riko è il diminutivo di Riccardo, secondo nome di Ligabue, che in un’intervista spiega: “Ho cercato di capire se questo Riko facesse parte della vita che avrei vissuto nel caso non avessi fatto questo mestiere oppure se si trattasse di un alter ego o di una parte di me”. Si riscontra anche nel film quell’intento comunicativo che pervadeva l’album omonimo, un desiderio di rivolgersi a chiunque, di creare un’opera in cui tutti si potessero riconoscere. I personaggi sono persone semplici, che fanno i conti con il loro tempo e cercano di vivere in modo dignitoso. Eroe quotidiano in piena crisi esistenziale, Riko è un uomo arrabbiato, pieno di risentimento verso una società scandita da colpi di coda e false partenze, frustrato da un amore altalenante, che punta il dito con veemenza contro gli altri. Ma nel film, come nei testi dell’album, non c’è spazio per la rabbia, che presto lascia il posto a una presa di coscienza e alla consapevolezza di dover maturare per trovare il un posto nel mondo e riprendere il controllo della propria vita. È anche un film colmo di speranza, in cui Ligabue ha dichiarato più volte di credere fermamente, proprio come Riko, che preferisce pagare il prezzo di una disillusione piuttosto che smettere di credere nella possibilità di una vita migliore.
Made in Italy è dunque figlio dell’urgenza espressiva che ha sempre caratterizzato la carriera di Ligabue, tanto che nel 2004 è stato insignito della laurea honoris causa dall’Università di Teramo in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Per l’occasione ha infatti tenuto una lectio magistralis dal titolo “Il tempo dell’emozione” per spiegare ciò che significa secondo lui comunicare attraverso musica, scrittura e cinema. Oltre alla carriera musicale, infatti, Ligabue ha ottenuto numerosi riconoscimenti anche in campo cinematografico. In particolare Radiofreccia, il suo primo lungometraggio, è entrato nell’archivio cinematografico permanente del MoMA di New York, nel 2009 era tra i cinque componenti della giuria, presieduta da Ang Lee, della 66esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia e nel 2010 gli sono stati conferiti sia il Premio Truffaut del Giffoni Film Festival, sia il Premio De Sica dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.