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Lo stagista inaspettato

di Nancy Meyers

Con Anne Hathaway, Adam DeVine, Robert De Niro, Nat Wolff, Rene Russo, Drena De Niro, Anders Holm, Reid Scott, Andrew Rannells, Christine Evangelista.

Titolo originale The Intern. Commedia (colore). Durata 121 min. U.S.A. 2015 (Warner Bros. Pictures Italia)

Questo dimostra che la galanteria esiste ancora, anche se ai nostri tempi si dimentica troppo spesso di usufruirne.
Lo stagista inaspettato

Scritto e diretto da Nancy Meyers, la quale ha realizzato pellicole come E’ complicato, L’amore non va in vacanza e Tutto può succedere, “Lo stagista inaspettato” racconta la storia di Ben Whittaker (Robert De Niro), un pensionato vedovo a cui viene offerta la possibilità di fare uno stage presso un sito di moda online, che fa capo a Jules Ostin (Anne Hathaway). Scelto in azienda come stagista Senior con la mansione di affiancare la fondatrice del sito, Ben riscoprirà il piacere di avere nuovamente un obiettivo nella vita: andare a lavoro, una mancanza che cercava di coprire svolgendo attività come il Tai Chi o facendo colazione da Starbucks alle 7.15 solo per sentire il trambusto delle strade.
Questo già mette in luce un tratto peculiare dei film della Meyers, ovvero l’esplorazione profondamente interiore dei personaggi, che vengono sempre descritti nei minimi dettagli. Dalla pellicola, rivolta soprattutto ad un target femminile, emerge una differenza abissale tra i due protagonisti: lei, una donna impegnata, una madre e moglie abituata a far tutto da sola e con la testa sulle spalle; lui, un uomo maturo, che tenta di aiutarla svolgendo anche i compiti che non gli competono pur di rendersi utile.
Inizialmente Jules non vede di buon occhio l’idea di dover fare da mentore ad un settantenne, anche perché trova la situazione alquanto ridicola. Chi non lo penserebbe? I primi giorni, infatti, era come se per lei Ben non esistesse: la sua casella di posta era sempre vuota e ciò voleva dire che Jules non aveva ordini per lui, l’uomo che tutte le sere aspettava di vederla uscire prima di tornare a casa. Questo dimostra che la galanteria esiste ancora, anche se ai nostri tempi si dimentica troppo spesso di usufruirne.
Un giorno succede un qualcosa di inaspettato che cambia le carte in tavola. Un altro elemento che caratterizza la pellicola è il confronto tra il nuovo e il vecchio, sottolineato anche dal posto di lavoro.
L’azienda, prima di diventare un sito e-commerce, era il luogo in cui Ben aveva lavorato fino alla pensione e che permetteva alle persone di comunicare attraverso la pubblicazione dei loro numeri di telefono in grandi volumi. Un cambiamento che ci fa comprendere quanto i tempi siano davvero cambiati, se pensiamo che ormai tutti utilizzano i social network e What’s App per entrare in contatto con gli altri.
Un secondo aspetto che evidenzia questa voluta differenza tra il moderno e il tradizionale è l’uso della tecnologia. Lo stagista senior, infatti, il primo giorno di lavoro si presenta con una valigetta e tutti gli accessori per poter scrivere e calcolare ogni minima cosa. In un secondo momento, però, si renderà conto che questa realtà lavorativa è sostanzialmente diversa da quella a cui lui era abituato.
Altro che fogli, penne e calcolatrici, il centro di tutto diventa il computer, unico strumento che ormai viene usato in tutte le società professionali.
La Meyers, solita ad indagare le relazioni sentimentali tra i protagonisti (What Women Want), questa volta si è addentrata in un territorio poco conosciuto, quello del rapporto di amicizia tra due persone, che si sviluppa in modo graduale nel corso del lungometraggio. Nonostante una scena lasci pensare che tra i due possa succedere qualcosa, cosa che sarebbe piuttosto assurda (sarà anche una commedia, ma un po’ di realismo deve anche esserci), la relazione tra i due protagonisti è ben calibrata: si passa da momenti di pura armonia, leggerezza e divertimento, a momenti di profonda riflessione, di totale coinvolgimento emotivo e di forte condivisione.
Il ruolo impersonato da Anne Hathaway, che è riuscita a dare una grande prova delle sue capacità recitative (più nelle scene drammatiche che in quelle umoristiche), sembra la copia del personaggio che aveva interpretato ne “Il diavolo veste Prada”, con le uniche differenze che – in questo caso – è lei la responsabile della società e che l’uomo con cui convive è suo marito. E’ un marito che si occupa della casa e della loro piccola bambina tutto il giorno e che si sente ferito nelle sua mascolinità a causa del successo della moglie.
Questo problema, purtroppo, è particolarmente attuale al giorno d’oggi e spesso porta gli uomini a fare cose di cui in futuro si potrebbero pentire. Sarà così anche in questo caso?
Torniamo ora al premio Oscar Robert De Niro. L’attore è stato il solo in grado di donare al film – che dura poco più di due ore – quel tocco di classe che ha reso più frizzante la storia, anche grazie alle espressioni facciali, talvolta poco pronunciate, ma sempre comunicative.

Programmazione film
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