L’ABC DELLA GUERRA
di B. Brecht- a cura del Teatro Popolare
Ex Opg “Je so’ Pazzo” |Napoli
“L’ABC della guerra” è un progetto nato a Napoli all’interno dell’Ex-Opg “Je so’ pazzo” dalla voglia di sperimentare diverse forme artistiche all’interno di un ex ospedale psichiatrico giudiziario, dall’esigenza di ri-dare vita alle ex-ore d’aria attraverso il teatro e la danza, dalla volontà di coprire le urla dei pazienti impresse nella memoria degli abitanti del quartiere con la musica elettronica e dall’intenzione di sconfiggere il grigiore dei muri con le proiezioni.
Ma “l’ABC della guerra” è soprattutto un urlo di denuncia, un cortocircuito di immagini e parole che svela i dolori e le brutalità della guerra , indica vittime e carnefici, sfruttatori e sfruttati.
Le foto e le immagini strappate da Brecht dalle riviste dell’epoca sono le foto e le immagini che vediamo ogni giorno nelle nostre televisioni e sui nostri giornali; le filastrocche elementari che le accompagnano sono il monito che l’autore vuole lanciare alla nostra epoca.
“L’ABC della guerra” è infine un tributo a tutti coloro che hanno creduto e che continuano a credere nella possibilità di potersi liberare da quelle catene che, ieri come oggi, la società ci impone di portare.
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Regia: Valentina Mesca
con Carolina Rapillo, Hugo Fonti, Giorgio Nugnes, Ianua Coeli Linhart,
Matteo Giardiello, (ballerine) Maria Rosaria di Tota, Naima Mottola
Musiche: Francesco Turchetti
Luci e Videoproiezioni: Michele Paolino, Tommaso Vitiello
Produzione: Teatro Popolare – Ex OPG Je so’ Pazzo
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Cos’è il Teatro Popolare?
Il Teatro Popolare nasce all’interno dell’Ex-Opg Je so’ Pazzo nel Maggio 2015, dalla volontà di attori e non attori, danzatori, videomappers o anche semplici amanti del palcoscenico di unirsi per costruire un modo diverso di fare arte e teatro. Dalla ricostruzione del teatro ad oggi, assemblea dopo assemblea, spettacolo dopo spettacolo, il Teatro Popolare si impegna a rendere nuovamente il teatro uno strumento politico e sociale e non più solo sterile intrattenimento legato alle logiche del profitto.
Perché?
Perché vogliamo un teatro che parli di noi, del popolo.
Perché vogliamo che il teatro sia il megafono delle nostre storie e delle nostre lotte, uno strumento per la creazione di una coscienza critica.
Perché vogliamo semplicemente riscoprire il piacere di fare teatro, insieme.
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Je so’ pazzo è un ex-opg (ospedale psichiatrico giudiziario) occupato nel marzo 2015 da un gruppo di studenti, lavoratori, disoccupati, per sottrarlo all’abbandono e per restituirlo alla città, per ricostruire la memoria di questo luogo terribile di esclusione e tortura, e lanciare percorsi di mobilitazione a partire dalle nostre concrete esigenze: dal lavoro al territorio, dalle scuole alle università, dalla casa alla sanità.
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Trailer: www.facebook.com/teatropopolarejesopazzo/videos/1205949159463078/
Teatro Popolare – Ecco il trailer de L’ ABC della guerra,…
Ecco il trailer de L’ ABC della guerra, lo spettacolo che abbiamo portato in scena durante Je so’ pazzo festival il 10 settembre. Non potevamo iniziare quest’anno in … |
Foto:www.facebook.com/pg/teatropopolarejesopazzo/photos/?tab=album&album_id=1197605233630804
Teatro Popolare
Teatro Popolare, Napoli. 4,902 likes · 61 talking about this · 121 were here. Teatro Popolare Ex OPG “Je so’ Pazzo” Napoli |
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www.Sipario.it, 14 settembre 2016
L’ora d’aria è un cortile non troppo grande, delimitato da mura alte e filo spinato. Ma è soprattutto lo spazio all’aperto che non ti appartiene, se non per qualche minuto ogni giorno; pochi passi, un’occhiata al cielo (che altrimenti dimentichi perfino di che colore sia) e una boccata d’ossigeno, l’opportunità di uscire dal metro quadro in cui sei rinchiuso che, seppur preziosa, rinnova ogni volta il dramma della reclusione.
Là dove fino al 2007 c’era l’ora d’aria dell’OPG – l’ospedale psichiatrico giudiziario, o più semplicemente manicomio – un collettivo di ragazzi napoletani ha portato un’assemblea cittadina prima e il teatro poi. Ma è bene procedere con ordine, perché raccontiamo qualcosa di bello e importante: dal 9 all’11 settembre a Napoli si è svolto l’Je so Pazzo Festival, una tre giorni di dibattiti (workshop, cene, mostre, stand, spettacoli e concerti) intitolata Costruiamo il Potere. Il primo esperimento portato a termine con successo dai ragazzi che due anni fa hanno salvato l’ex OPG – enorme struttura nel centro storico cittadino – dal degrado e dall’abbandono. Dove prima venivano rinchiusi, spesso ingiustamente e in condizioni disumane, criminali o presunti tali, oggi è un fiorire di attività socialmente utili: corsi gratuiti, sport ed eventi culturali; perfino il doposcuola sociale per i più piccoli.
A coronamento di un percorso coraggioso di rinascita e riscatto, nel quartiere e sul territorio, ecco il Festival, nell’ambito del quale la compagnia Teatro Popolare dell’ex OPG ha riproposto lo spettacolo di Bertolt Brecht L’ABC della Guerra. Un progetto fedele al testo; un omaggio all’autore, le cui parole su dittatura e sfruttamento delle masse sono oggi di un’attualità drammatica, ma anche una commistione moderna di mezzi e forme. Del resto, Brecht stesso definì la sua opera un “fotoepigramma”, ovvero un incontro di fotografia, testo poetico e didascalia in prosa.
Sullo sfondo la scenografia dell’immaginario palcoscenico, più in tema che mai, sono le mura imponenti dell’ex OPG; le finestre di quelle che una volta erano celle, con tanto di inferriate spesse e arrugginite. Come su di un telo i ragazzi del Teatro Popolare vi proiettano immagini, quelle che l’autore strappava dalle riviste traendovi ispirazione per i propri versi.
Teatro, danza e videomapping, dunque: il tutto accompagnato dalla musica elettronica. Gli attori, come appesi a una forca, si calano di volta in volta nei panni di personaggi storici, soldati, gente comune e delle città stesse. Tutte vittime, sopraffatte e annichilite. Il ritmo delle battute e l’incalzare allarmante delle filastrocche catapulta lo spettatore nel clima di violenza cieca della seconda guerra mondiale.
L’ABC della Guerra non nasce come un testo teatrale, ma dando vita a un nuovo genere poetico: l’«epigramma fotografico». Brecht articola cronologicamente e tematicamente le illustrazioni tratte dai giornali, dal riarmo della Germania sino alla sconfitta del nazismo. Traendovi poesia.
Nel maggio 2015 la compagnia del Teatro Popolare è nata proprio rappresentando questo spettacolo: caparbio esperimento di chi non sa dividere la gioia dell’arte dall’impegno sociale. L’ABC della Guerra è stato dedicato ad Alp Altinors, vicepresidente del partito turco HDP arrestato dal regime di Erdogan. Per conoscere e riflettere. In Turchia autori come i nostri Dario Fo e Luigi Pirandello, Shakespeare e lo stesso Brecht sono proibiti, perché considerate sovversivi.
Giovanni Luca Montanino