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La verità negata (Denial)

di Mick Jackson

Con Rachel Weisz, Andrew Scott, Timothy Spall, Tom Wilkinson, Mark Gatiss, Harriet Walter, Jack Lowden, Alex Jennings, Caren Pistorius, Andrea Deck, Maximilian Befort.

Titolo originale Denial. Drammatico (colore). Durata 110 min. U.S.A., Regno Unito 2016 (Cinema)

La figura tragica di un uomo pateticamente in lotta alla ricerca della considerazione dell'Accademia.
La verità negata (Denial)

 

L’Olocausto è stato raccontato decine di volte al cinema. In tutti i modi, dalla memoria personale al thriller. Nel caso de La verità negata, nuovo film di Mick Jackson, regista dei ben diversi Guardia del corpo e Volcano, la tematica è affrontata attraverso una vicenda processuale con protagonista il negazionistaDavid Irving. Ma non è lui l’accusato, contrariamente a quanto sarebbe ragionevole pensare e in altre circostanze accaduto, ma la storica americana Deborah E. Lipstadt, accusata da Irving di diffamazione per quanto scritto in un suo saggio. Una vicenda che riporta a metà degli anni 90, al libro Denial: Holocaust History on Trial scritto dalla stessa Lipstadt, titolare della cattedra di Studi sull’Olocausto alla Emory University di Atlanta.

Costretta dalla legislazione britannica a sostenere l’onere della prova, si affidò a un team legale capeggiato dall’avvocato Richard Rampton, intepretato mirabilmente da Tom Wilkinson, avvalendosi come testimoni di storici del valore di Richard J. Evans e Christopher Browning. Insomma, furono costretti a dimostrare l’apparentemente ovvio: la realtà storica dell’Olocausto. Uno scontro in punta di diritto, in cui la Lipstadt dovette farsi da parte, accettando di tenere fuori dalle aule come testimoni i sopravvissuti dei campi di concentramento. Le persone furono accantonate, lasciando spazio a dettagli ed esami scientificidei resti di quella Auschwitz, “al centro dell’Olocausto e quindi anche del negazionismo”.

“La chiave era come provare, non cosa provare”, per usare le parole dell’avvocato Rampton. Proprio lui, in realtà, è il cuore del film, nel suo dualismo con David Irving, che scelse di difendersi da solo. La verità negata è un’analisi sul potere delle parole, sulla valutazione delle stesse e sulla ricerca di una verità oggettiva: storica prima che processuale. In una società già indirizzata verso la dittatura comunicativa dello slogan, del claim, risaltano le parrucche finte, le aule di legno antico e le notti passate ad esaminare documenti, rigorosamente cartacei.

Come reagire con razionalità di fronte a chi nega l’evidenza, a chi scrive e dice che “non ci furono camere a gas ad Auschwitz?”. Fino a che punto è tollerabile accettare che venga detta qualsiasi palese menzogna, col rischio di perdere ogni riferimento oggettivo e ogni certezza storica, in nome di una “perversione della verità” nobilitata dall’etichetta di libertà d’espressione? Sono tanti e di grande interesse gli interrogativi suscitati dal film, scritto con la consueta maestria da David Hare, sempre a suo agio nelle ricostruzioni storiche, quando non nell’analisi del ruolo stesso della storia. Rachel Weisz è tenace al punto giusto nei panni della Lipstadt, mentre sensazionale è il David Irving impersonificato da Timothy Spall, dimagrito e scavato. La figura tragica di un uomo pateticamente in lotta alla ricerca della considerazione dell’Accademia.

Programmazione film
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