Con Belén Rueda, Eduard Fernández, Fele Martínez, Diego Peretti, Patricia Montero, Maria Pujalte.
Titolo originale La noche que mi madre mató a mi padre. Commedia (colore). Durata 93 min. Spagna 2017 (EXIT Media)
Isabel, attrice frustrata, è sposata con Ángel, scrittore ansioso separato da Susana, regista cinematografica invaghita di Isabel. Con le rispettive proli compongono una famiglia disfunzionale alle prese con gite scolastiche e produzioni cinematografiche. Decisa a entrare nel cast del prossimo film di Ángel e Susana, Isabel apparecchia cena e audizione nella sua bella villa in campagna. Alla serata partecipa Diego Peretti, celebre attore argentino, che gli ex coniugi vorrebbero assolutamente scritturare. Ma in un clima ‘avvelenato’ irrompono due variabili (im)previste, precipitando la serata e gli eventi.
Dopo aver rovesciato uno scenario classico con A mia madre piacciono le donne, Inés París dirige un’altra commedia alla Feydeau che promette e non mantiene. Trasgressivo nelle premesse, La notte che mia madre ammazzò mio padre cede al perbenismo borghese, rimettendo le cose a posto prima di chiudere la porta. Versione bassomimetica della commedia almodovariana, da cui traspone i colori, la messa in scena dei corpi, i caratteri instabili, il clima nevrotico, La notte che mia madre ammazzò mio padre gira a vuoto intorno a un delitto tutt’altro che perfetto.
Servita da un cast brillante, che ha il suo punto luce nella sfolgorante Belén Rueda, la commedia di Inés París, orfana a questo giro di Daniela Fejerman, è percorsa da una vena di humour nero, ben disciplinato nel suo nitore acido e nella sua prima metà. Riuniti attorno a un tavolo, da cui incessantemente qualcuno si congeda e qualcun altro si accomoda, gli attori ‘riproducono’ stati di allerta, simulazioni di catastrofe, traumi, inganni, affetti ripudiati e un obliquo amour fou.
La notte che mia madre ammazzò mio padre è una commedia umana ed eccentrica che annuncia la radicale accelerazione delle tensioni di un gruppo di famiglia in un interno. Un campionario di artisti con diverso talento e diversa fortuna a cui si aggiunge Diego Peretti, attore argentino che interpreta se stesso. È lui l’oggetto del desiderio che Ángel e Susana vorrebbero disperatamente nel loro prossimo film e che Isabel vorrebbe con altrettanta disperazione ‘conquistare’. Tutti personaggi fragili, con molto ego e troppa immaginazione, ossessionati dal proprio mestiere da cui traggono l’impudente energia che li anima. Seguono trappole narrative, prove tecniche di manomissione, singolari equivoci, malintesi, accordi e disaccordi che non riescono a conservare la misura dell’artificio.
L’audacia servita col delitto perde forza avanzando, abbandonando il salotto per la strada dove il film precipita da qualche parte in fondo a un burrone. Uscita stremata da una lunghissima recessione, la Spagna rimane sullo sfondo, ‘separata’ e aliena ai personaggi che si mettono in scena. Dentro un vaudeville che gioca d’azzardo e sbanca il botteghino