Con Toni Servillo, Francesco De Gregori, Alessandro Haber, Sergio Rubini, Nino D'Angelo.
Titolo originale . (colore). Durata 96 min. Italia 2022 ( Officine Ubu)
Una successione di quadri: su una barca a vela, in pieno sole, una piccola banda suona Tu scendi dalle stelle (A Gesù bambino). A bordo, oltre al timoniere, stanno un uomo vestito da Dante (Sergio Vitolo) e una giovane ragazza. L’attore che interpreta Dante Alighieri osserva, muto, una serie di quadri a seguire, come testimone impassibile e laterale. Madre, padre e figlio scendono dal suo stesso treno, alla stazione di Pietrelcina. In abiti da dopoguerra italiano vagano in cerca del “25”, come se fosse un numero civico, in realtà modo per indicare la natività di Cristo. Il trio familiare ritroverà il poeta dentro un presepe, all’interno di una chiesa abbandonata, dopo essere transitato dal salone di una donna nobile che dice di aver recitato con Eduardo e cita “Natale in casa Cupiello”. Un anziano davanti a una tavola pitagorica ricorda un fotografo di Bagheria che resuscitava i morti disegnando sulle foto per la lapide i loro occhi aperti.
All’esterno di una piccola fermata ferroviaria di campagna, un capostazione (Sergio Rubini) fa rivivere il personaggio in perenne attesa di La stazione, il suo film del 1990. Musica (Francesco De Gregori), portando al laccio un asino, cerca in un borgo abbandonato i suoi compagni Pittura (Ferdinando Bruni), Teatro (Alessandro Haber) e Poesia (Nino D’Angelo): sono i tre magi, uomini vestiti eccentricamente, che cercano “il grande spettacolo” e avendo perso il loro inseparabile quarto compagno, prendono con sé il Nulla (Giovanni Esposito).
Un filosofo (Elio De Capitani) ragiona sulla simbolicità dei numeri nella natura. E avanti così, di allegorie e simboli, incarnati da un bel numero di interpreti: Peppe Servillo è il compositore Alfonso Maria de’ Liguori, Toni Servillo è un conte Ugolino che si muove tra blocchi di ghiaccio, Giovanni Veronesi è un tormentato Pontormo, Tomas Arana è Virgilio, Mimmo Borrelli un Giordano Bruno che si ribella sul rogo. Cristina Donadio presta il volto alla triade delle Furie, in una sovrapposizione di lingue diverse.