Con Kaya Kiyohara, Taishi Nakagawa, Matsutera Chiemi, Kengo Kawanishi, Yume Miyamoto.
Titolo originale . Animazione (colore). Durata 99 min. Giappone 2020 (Koch Media)
JOSÉE, LA TIGRE E I PESCI
Kumiko – che si fa chiamare “Josée” in onore della protagonista di un romanzo di Françoise Sagan – è una ragazza orfana, costretta su una sedia a rotelle e affidata alle cure della nonna. Quest’ultima le impedisce di uscire di casa pur di preservarla dalla “Tigre”, ossia dalle insidie del mondo esterno. Una sera il giovane Tsuneo salva Josée da un incidente e la nonna lo assume per prendersi cura della ragazza. Dopo un inizio difficile, per la ritrosia di Josee ad aprirsi al mondo, i due scopriranno di condividere ben più che una semplice passione per il mare e per i pesci che lo popolano.
Giunge al terzo adattamento per il grande schermo – il primo è del 2003, a cui è seguito un remake sudcoreano nel 2020 – il fortunato racconto di Seiko Tanabe, ma è la prima volta che questo avviene sotto forma di anime.
La cura per i disegni, improntati al realismo ma con un chiaro accento su ogni implicazione romantica insita in ogni dettaglio, si impone da subito come la cifra stilistica di una trasposizione libera del testo originale, che ha il chiaro intento di smussare alcune asperità e di offrire un po’ di speranza al pubblico di teenager a cui si rivolge.
Josée è scorbutica e ferita gravemente da un passato inaccettabile come nel testo di Tanabe, ma il suo rifiuto nei confronti di Tsuneo e le umiliazioni a cui sottopone il ragazzo appaiono fin dal primo istante come classiche schermaglie d’amore, con una dinamica, benché sfumata e castissima, quasi da relazione schiavo-padrone. Come dirà più tardi l’amica bibliotecaria della ragazza, Josée è un libro aperto, bisbetica quanto fragile e trasparente di fronte alla complessità di una realtà che sembra sfuggirle, e che assume per lei le sembianze di una belva feroce e irredimibile.