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IO E SPOTTY

di Cosimo Gomez

Con Michela De Rossi, Filippo Scotti, Paola Minaccioni, Violetta Zironi, Alessia Giuliani.

Titolo originale . Commedia (colore). Durata 90 min. Italia 2022 (Adler Entertainment.)

IO E SPOTTY

A Bologna, la venticinquenne Eva è una studentessa di legge fuorisede e fuoricorso, che non riesce più a dare esami e soffre di attacchi di panico. Per non gravare troppo sulla madre lontana, cerca un nuovo lavoro come dog sitter e le risponde Matteo, giovane animatore di cartoni animati. Il ragazzo la invita a casa sua per prendersi cura del cane Spotty, ma all’arrivo Eva si rende conto che sotto le chiazze bianche e nere del pelo c’è proprio Matteo in un costume.

Oggetto filmico in controtendenza nella galassia del nostro cinema, la seconda regia dell’ex scenografo Cosimo Gomez – dopo Brutti e cattivi del 2017 – ne conferma la sensibilità originale come scrittore e ci consegna una girandola pop di tumulti emotivi giovanili, tra il romantico, la commedia e la storia di formazione.

Si parla però anche di salute mentale, con cui sia Eva che Matteo, ognuno a suo modo, fanno i conti. Psicofarmaci e terapia per la prima, un po’ schiacciata dalle aspettative accademiche familiari. Per Matteo invece la sfera parentale è segnata da un lutto, e a poco servono i tentativi di avvicinamento di una sorella con una nuova famiglia in costruzione. Il suo rimedio è assumere le sembianze di un cagnone in cerca di qualcuno con cui giocare, motivo che fornisce al film una serie di gag molto riuscite nella parte centrale.

Non è quello però il vero scopo di Gomez, che dimostra di prendere molto sul serio il travestimento di Matteo. Il mood malinconico del film non scende mai davvero nello scherzo e accenna alle difficoltà psicologiche ed emotive dei personaggi con forte compassione. Siamo quindi più dalle parti del Frank di Lenny Abrahamson e del suo sottotesto doloroso che della serie Wilfred. Filippo Scotti, nel frattempo diventato volto noto con la partecipazione a È stata la mano di dio, è perfetto per accentuare questi momenti grazie a una prova sommessa, di sguardi persi, voci esitanti e pose che spesso lo ritagliano verticale contro i fondali.

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