Con Marlon Brando, James Caan, Al Pacino, Robert Duvall, Diane Keaton.
Titolo originale The Godfather. Drammatico (colore). Durata 175 min. USA 1972 ( Eagle Pictures)
IL PADRINO
Vito Corleone, emigrato bambino dalla Sicilia negli Usa, è diventato un grande “padrino”, ossia il capo di un’importante famiglia mafiosa. Ci si rivolge a lui come a un personaggio di grandissimo rilievo: nelle prime sequenze don Vito riceve gente come in una vera e propria udienza, gli chiedono favori e lui decide se farli o meno. I favori consistono nel punire, o addirittura uccidere qualcuno, nell’ottenere un certo appalto o lavoro. Corleone ha tre figli, Michael (Pacino), Sonny (Caan), Fredo (Cazale). Quando il vecchio viene gravemente ferito in un attentato, è Michael, eroe di guerra e avvocato, che il patriarca avrebbe voluto tener lontano dagli affari, ad affrontare la situazione. Uccide il responsabile dell’attentato e il poliziotto complice, poi fugge in Sicilia. Quando ritorna diventa il capo indiscusso e introduce sistemi più moderni ed efficaci. A poco a poco diventa tutt’uno col suo ruolo. Nel frattempo si è sposato e ha avuto figli che comunque non lo hanno distolto dall'”altra” famiglia. Il film si chiude col massacro, ordinato da Michael, di tutti i suoi rivali, mentre il nuovo padrino assiste in chiesa al battesimo di uno dei suoi figli. Film di enorme successo, premiato con l’Oscar.
Tratto dal best-seller di Mario Puzo ha avuto successivamente due sequel (ottimo il Padrino II, inutile il III), ha inventato un filone infinito (anche se non si può non ricordare La fratellanza di Martin Ritt, di quattro anni prima) e ha rilanciato, una volta ancora, Marlon Brando, che si era presentato al provino per quel ruolo con la modestia di un principiante.
Brando con le guance gonfiate e la voce impastata, la grinta inquietante di Pacino, il notissimo tema di Nino Rota, aggiunti alla “cultura” mafiosa e agli ambienti siciliani, sono diventati segnali indispensabili e senza tempo, reiterati in centinaia di pellicole, libri e articoli.