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HILL OF VISION

di Roberto Faenza

Con Laura Haddock, Edward Holcroft, Elisa Lasowski, Francesco Montanari, Jake Donald-Crookes..

Titolo originale . Drammatico (colore). Durata 104 min. Italia 2022 ( Altre Storie)

HILL OF VISION

Mario ha 5 anni, un padre fascista inviato in Libia e una madre americana che non ama il regime e cerca di opporvisi. Quando la donna viene arrestata dai fascisti il bambino, che era stato affidato a una famiglia di contadini, essendo finita la somma loro consegnata, finisce con il trovarsi per strada vivendo alla giornata e non sottraendosi anche a piccoli furti. A guerra terminata in maniera del tutto inattesa ritrova la madre che lo porta con sé negli Stati Uniti in una comunità di quaccheri che si chiama “Hill of Vision”. I problemi per lui non sono terminati perché il percorso di integrazione non si presenta per nulla semplice.

In un susseguirsi di vicende che avrebbero dell’incredibile se non fossero invece tutte vere e documentate si comprende come la parola speranza non sia un contenitore vuoto utilizzato solo dai cosiddetti buonisti ma possa invece trovare una sua concretezza almeno nella vite dei singoli.

Roberto Faenza ha un’ampia e interessante filmografia in cui, a guardare bene, i film migliori (con l’eccezione dello straordinario per intensità ed interpretazione Sostiene Pereira) sono quelli che hanno al centro vicende che vedono coinvolti bambini o adolescenti. Partendo da quel piccolo capolavoro di empatia sensibile tradotta in immagini che è Jona che visse nella balena si arriva a Un giorno questo dolore ti sarà utile passando da Alla luce del sole che è sì un film su vita e morte di don Pino Puglisi il quale però ha sacrificato la sua esistenza per sottrarre ragazzi alla ‘protezione’ della mafia palermitana.

Faenza torna ora sul tema delle modalità ed asperità del crescere trovando in Mario Capecchi, come accadde per Jona Oberski fisico ebreo olandese sopravvissuto alla deportazione, un protagonista a cui dover, come avvenne per quel film, “restituire qualcosa” di una infanzia e adolescenza vissute nella precarietà economica e morale più assolute.

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