Titolo originale . Documentario (colore). Durata 91 min. Italia, Svizzera 2021 (Valmyn, DOCLAB)
CAVEMAN – IL GIGANTE NASCOSTO
Un gigante viene scolpito nel marmo. Quasi ogni giorno, un passo alla volta, Filippo Dobrilla si addentra a 640 metri di profondità nei meandri delle Alpi Apuane della Toscana per dare vita a un’enorme forma di materia preziosa. Scolpire un volto, un’espressione, delle braccia, il sesso maschile, quei dettagli che restituiscono le sembianze dell’uomo. Probabilmente le sue, a creare un autoritratto impresso nella roccia, permanente nel futuro. Una scultura imponente, proprio come quei “giganti” a cui Dobrilla si ispira, come Cellini, Leonardo e Michelangelo. Questa è stata una delle azioni più profonde e laboriose che lo speleologo ed artista toscano ha realizzato con determinazione, etica e una grande poesia.
Il racconto di Tommaso Landucci, presentato alle Notti veneziane delle Giornate degli autori del Festival di Venezia, è un ritratto silenzioso di un personaggio speciale.
Dobrilla è infatti una figura interiormente complessa, uno speleologo che ha intrapreso la strada rigorosa del quasi esule da una società di cui non si sentiva parte, per seguire istinti e solitudini, per realizzare le sue passioni: addentrarsi nella profondità della materia di cui è fatta la roccia, e la scultura. Una poetica radicale, che lo riporta alla realtà in quei momenti scelti con i due figli, Melia e Rodrigo, a cui è dedicato il film, e alla moglie Martina.
Filippo fugge in posti dove solo la natura comanda. Quella natura che definisce, col suo accento toscano, educato e pacato che accompagna tutto il film, una “Madre matrigna”. Un’entità che lo accoglie, ma che è difficile da affrontare. Tanto da dedicarle l’intera vita e a spegnersi a soli cinquantun anni per una malattia che velocemente lo consuma.