Con Steve Carell, Kristen Wiig, Miranda Cosgrove, Trey Parker, Russell Brand, Michael Beattie, Dana Gaier, Pierre Coffin, Andy Nyman, Nev Scharrel, Elsie Fisher.
Titolo originale Despicable Me 3. Animazione (colore). Durata 96 min. usa 2017 (Universal Pictures)
L’ex cattivissimo Gru ha abbandonato le passate malvagità per trascorrere una vita serena con le figlie acquisite Margo, Edith e Agnes, nonché con la moglie Lucy, che a sua volta sta cercando di diventare una buona madre per le bambine. Sia Gru che Lucy lavorano ora per l’AVL, agenzia che si incarica di catturare i supercattivi, ma la nuova direttrice, l’ambiziosa Valerie Da Vinci, licenzia in tronco entrambi quando non riescono a fermare il progetto criminale di Balthazar Bratt, ex star bambino protagonista di un telefilm in cui commetteva ogni sorta di nefandezze, che ora confonde realtà e finzione continuando a comportarsi come se vivesse negli anni ’80 (l’epoca del suo massimo successo). Al centro di Cattivissimo Me 3c’è però il rapporto fra Gru e il suo gemello Dru, che il nostro (anti)eroe non sapeva nemmeno di avere, e che è identico a lui eccetto che per la fluente capigliatura bionda e la totale inettitudine al crimine, accompagnata però da un’irresistibile inclinazione ad entrare comunque in azione. Riuscirà Dru a far riscoprire al gemello redento il brivido dell’avventura (criminale), o sarà Gru a portare il fratello sulla retta via?
Cattivissimo Me 3 continua a raccontarci le peripezie dei cinque personaggi – Gru, Lucy e le bambine – che abbiamo imparato ad amare mantenendosi in linea con gli episodi precedenti, ma crea anche un’interessante svolta drammaturgica che vede Gru sdoppiarsi per recuperare quella parte di sé ancora tentata dalla wild side.
Il contrasto, a ben vedere, non è dunque fra la sua natura di “cattivo” e la necessità “sociale” di rimanere dalla parte dei buoni, quanto fra la sua volontà di assumere un ruolo adulto nella vita e l’impulso di tornare a lanciarsi in avventure adolescenziali alla Peter Pan. Se infatti ufficialmente è Dru quello che rifiuta di diventare grande, in realtà la battaglia avviene tutta all’interno di Gru, ex scapolone un tempo libero di esprimere tutte le proprie valenze negative, e ora invece “confinato” dalla parte del Bene.
La doppia ottica dell’assunzione di responsabilità adulta, e nello specifico genitoriale, che riguarda sia Gru che Lucy, è una chiara scelta, da parte della produzione, di includere nella visione il pubblico adulto. Anche il cattivo ufficiale della storia, il bambino mal cresciuto Balthazar Bratt, serve a inserire nella storia l’elemento nostalgico: solo i genitori (e i nonni!) degli spettatori più giovani riconosceranno certe mosse di break dancing, certe spalline imbottite e certi improbabili tagli di capelli, così come la keytar, il floppy e il Walkman. La colonna sonora poi è una compilation anni ’80 che va da Madonna a Olivia Newton John, da “99 Luftballoons” a “Take on me”. A farne le spese, in termini di spazio filmico, sono i Minion, che questa volta hanno meno opportunità per far sbellicare grandi, ma soprattutto piccini, davanti alle loro trovate e al loro esilarante Esperanto.