Titolo originale The Boss Baby 2.. Animazione (colore). Durata 107 min. U.S.A. 2021 (Universal Pictures)
BABY BOSS 2 – AFFARI DI FAMIGLIA
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Tim Templeton è diventato grande “troppo in fretta”, si è sposato con Carol, che in famiglia “porta a casa il pane”, e ha due figlie, Tabata e Tina, ma ha perso i contatti con il fratello minore Ted, diventato un pezzo grosso nel mondo del business. Come da bambino, Tim ha un’immaginazione molto accesa che gli fa vedere la realtà in un’ottica tutta particolare: e questo aiuta a rendere la quotidianità più interessante e avventurosa, ma spesso distorce i fatti e le persone in funzione delle sue paure e del suo senso di inferiorità.
Tim vorrebbe diventare un adulto a tutti gli effetti e prendersi cura delle figlie, in particolare di Tabata che sembra imbarazzata dalla sua presenza, e recuperare l’intimità perduta con il fratello minore, e troverà un’insolita alleata nella piccola Tina.
Dopo il successo di Baby Boss la Dreamworks si lancia nel sequel riproducendo alcuni degli elementi chiave del film precedente: in primis l’immaginazione galoppante di Tim, che consente un’animazione pirotecnica, e il ruolo del “narratore inaffidabile” che ci fa vedere tutto secondo l’ottica soggettiva del protagonista.
Viene dal primo film anche la gag del neonato parlante (già assai sfruttata dalla saga di Senti chi parla) dagli atteggiamenti dittatoriali, che in Baby Boss era Ted e ora è Tina. Il tenersi ancorati al franchise però rischia di sabotare la vera linea narrativa vincente di questo episodio, che è il tentativo di Tim di ricostruire il suo rapporto con Tabata in cerca della propria identità a prescindere da quel padre amorevolmente ingombrante.