Con Filippo Scotti, Roberto De Francesco, Armando De Ceccon, Chiara Caselli, Rita Tushingham.
Titolo originale . Drammatico (colore). Durata 107 min. Italia 2024 (01 Distribution)
Bologna, nei giorni della Liberazione: un ragazzo vede entrare dal barbiere una nurse dell’esercito americano e se ne innamora all’istante. Lei è diretta a Ferrara, lui pensa di aver incontrato la donna che aspettava da sempre. Iowa, 1946: il ragazzo è diventato uno scrittore che si appresta a scrivere il romanzo della sua vita, ambientato in parte in America. Una notte sente chiedere aiuto da una voce proveniente dall’orto abbandonato dei vicini, dalla cui casa è scomparsa la giovane Barbara, proprio la nurse della quale si era innamorato in Italia. Scavando nel terreno nel punto dal quale proviene la voce Lui trova un vaso pieno di un liquido opaco con un’etichetta che fa riferimento ai genitali femminili. È l’inizio di una ricerca che porterà il giovane uomo ad Argenta, in provincia di Ferrara, sulle tracce della nurse che non ha mai dimenticato, e del folle che uccide le donne per asportarne e conservarne in formaldeide l’apparato genitale.
L’orto americano è basato sul romanzo omonimo a firma di Pupi Avati, che oltre alla regia cofirma anche la sceneggiatura insieme al figlio Tommaso.
La vicenda narrata è misteriosa, anche perché sembra alludere ad un limite sfumato fra realtà e follia, immagini concrete e visioni fantasmagoriche dal possibile risvolto psichiatrico. La fotografia in bianco e nero di Cesare Bastelli racconta molto efficacemente le campagne dell’Emilia-Romagna, ricreando le atmosfere gotiche e nebbiose delle quali Pupi Avati è cantore, e che sono il teatro ideale per una vicenda di perversioni e cacce alle streghe ambientate nella provincia padana.