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AGADAH

di Alberto Rondalli

Con Nahuel Pérez Biscayart, Pilar López de Ayala, Jordi Mollà, Caterina Murino, Alessandro Haber, Umberto Orsini, Alessio Boni, Valentina Cervi, Ivan Franek, Marco Foschi, Flavio Bucci, Antonio Buil Puejo, Giulia Bertinelli, Riccardo Bocci, Federica Rosellini.

Titolo originale Agadah. Avventura (colore). Durata 126 min. ita 2017 (Ra.Mo.)

AGADAH

Liberamente tratto dal celebre “Manoscritto trovato a Saragozza” di Jan Potocki, il film è una rilettura di uno dei grandi classici della letteratura europea.

l capitano delle Guardie vallone Alfonso van Worden intraprende un viaggio iniziatico che durerà dieci giorni e che lo porterà ad incontrare innumerevoli personaggi – due cugine musulmane, un eremita, un inquisitore, un fratello e una sorella cabalisti, un gruppo di gitani, un matematico, scheletri e fantasmi, spose celesti ed ebrei erranti, demoni e dioscuri- che a loro volta hanno infinite storie da raccontare, ognuna delle quali apre la porta ad ulteriori livelli di conoscenza, così come ad ulteriori piani di narrazione. Ma a ben guardare il narratore è unico, e muove le fila di tutti i suoi personaggi non raccontando altro che se stesso: a dichiararlo è una frase all’inizio del film, tratta da quel Manoscritto trovato a Saragozza dello scrittore polacco Jan Potocki cui Agadah (termine cabalistico che significa “narrare) è liberamente ispirato.

Una sfida non da poco quella con cui si confronta Alberto Rondalli, regista, sceneggiatore e montatore di Agadah: una costruzione a scatole cinesi raccontata in tre lingue (italiano, spagnolo e francese) e interpretata da un cast di diverse nazionalità (da quanto tempo un regista italiano non faceva recitare i suoi attori stranieri nella nostra lingua?).

Alfonso van Worden vive un eterno presente fatto di sogni e visioni, avventure picaresche e trasgressioni licenziose, entrando e uscendo da svariati stati di coscienza, attraversando la Storia e la Geografia, circondandosi di specchi e doppi che lo riflettono nelle sue poliedriche valenze.

Le ricostruzioni d’ambiente sono eccezionali (scenografie di Francesco Bronzi, costumi di Nicoletta Taranta) così come eccezionali sono le interpretazioni di un cast che spazia dall’argentino Nahuel Pérez Biscayart (già protagonista di 120 battiti al minuto) agli spagnoli Jordi Mollà e Pilar López de Ayala, dal ceco Ivan Franek agli italiani Alessio Boni, Valentina Cervi, Caterina Murino (mai stata così bella), Flavio Bucci, Alessandro Haber e Umberto Orsini, per citare solo qualche nome. In Rondalli c’è l’aspirazione a trasformare in cinema un classico della letteratura europea che aveva il respiro cosmopolita delle infinite contaminazioni e dominazioni straniere, e che raccontava il trasferimento delle conoscenze come il passaggio di un testimone fra le mani di pochi cercatori illuminati. Il viaggio di Alfonso è visivamente incantevole, e ha sullo spettatore un effetto ipnotico. Meno riuscita è invece la stratificazione identitaria del protagonista, perché è difficile per lo spettatore sovrapporre le innumerevoli vicende narrate a formare un’immagine sola, come proponeva il Manoscritto.

Programmazione film
PROGRAMMAZIONE
TERMINATA